L’addio è avvenuto all’improvviso, nella mattina di martedì 20 agosto. Franco Fassi, il pioniere che ha dedicato il proprio genio alle gru che dal cuore di Albino, in Val Seriana, hanno raggiunto ogni continente, si è spento nella quiete di Pinzolo, dimora abituale delle vacanze che il grande imprenditore stava trascorrendo in famiglia. Al dolore della moglie Angela e dei figli Giovanni, Anna Maria e Raffaella – a cui la redazione di Sollevare riserva le più sentite condoglianze – occorre, a lenire il grave lutto, l’abbraccio di amici, collaboratori e lavoratori del gruppo industriale che ha fatto delle gru per autocarro un autentico e inimitabile orgoglio nazionale.
La vicenda di Franco Fassi è la storia straordinaria di un pensiero industriale che dal mondo dei trasporti per legno e carbone – ambito primigenio della Fassi Giacomo, impresa di famiglia fondata nel 1946 – si è sviluppato prima nell’alveo generale dei materiali per l’edilizia e finalmente, nel 1965, nel primo progetto e nella realizzazione di una gru idraulica su autocarro (dopo aver affinato, nel corso di due decenni, le tecniche di allestimento di ribaltabili). L’impeto delle idee di Franco Fassi solleva l’azienda dalla crisi dell’edilizia che colpisce il paese alla metà degli anni Sessanta. Prima di pensare alla sua prima creazione, l’imprenditore di Albino aveva già consolidato un accordo commerciale con il costruttore svedese Fuoco per l’importazione di gru per autocarro; quindi arriva il primo modello Fassi, con capacità di sollevamento da tre tonnellate all’altezza di due metri. Viene venduta a una società bergamasca, in Val Brembana, ed è l’inizio di un successo inarrestabile. In tre anni Fassi produce e vende, anche all’estero, ben 150 gru, mentre il genio di Franco si divide tra l’officina e l’impegno commerciale su una scacchiera di mercato sempre più ampia. Negli anni Ottanta Fassi è il leader del settore, con mille gru prodotte all’anno. La consacrazione mondiale definitiva arriverà lungo tutti gli anni Novanta e nei due decenni a venire, con gli spazi produttivi che raddoppiano in volumi e attività. L’avvento dell’elettronica e delle nuove sfide tecnologiche lo vedono a fianco del figlio Giovanni, pronto a raccoglierne il testimone alla guida della società e ad ascoltarne sempre le preziose intuizioni.
Oggi il mondo creato da Franco Fassi è quello di un gruppo industriale poderoso, costituito da sei aziende e da 13 stabilimenti rigorosamente italiani che coprono l’intera filiera produttiva, dai componenti all’assemblaggio, al collaudo finale delle gru, fino alla gestione logistica e ai ricambi. Oltre 60 i paesi internazionali nei quali è diffuso il marchio Fassi, con prodotti e tipologie diversificate strategicamente sui vari mercati.
Ora il pensiero e i ricordi sono per il capitano d’industria geniale ma anche per la persona che tutti ricordano per l’immenso valore umano. Così l’amicizia di molti potrà raccogliersi nella mattina di domani, venerdì 23 agosto, alle ore 10, nella chiesa di Santo Spirito in via Pignolo, a Bergamo, per lasciare a Franco Fassi un pensiero di riconoscenza e l’ultimo commosso saluto.