Alla vigilia di un anno che si prospetta come una sfida al passato, anche recente, sul fronte delle opere pubbliche, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, in diverse occasioni pubbliche, ha parlato delle nuove regole che derivano dall’intesa con i sindacati – in piena conformità con le norme del contratto nazionale dell’edilizia – e che saranno applicate alle opere commissariate sulla base dell’Articolo 9 del Decreto Legge Semplificazioni.
I cantieri delle infrastrutture commissariate saranno più veloci grazie all’ottimizzazione dei turni di lavoro anche sulle 24 ore, allo scopo di favorire l’incremento dell’occupazione in condizioni di piena sicurezza e con l’utilizzo delle migliori pratiche del settore. Il Protocollo sottoscritto due settimane fa dalla ministra De Micheli e dai vertici dei sindacati di categoria FenealUil (Vito Panzarella), Filca-Cisl (Stefano Macale), Fillea-Cgil (Alessandro Genovesi) parla quindi di organizzazione degli orari di lavoro nei cantieri, con la possibilità di turni alternati anche notturni e festivi, o a ciclo continuo mediante l’attività di squadre operanti sette giorni su sette. Si promuove inoltre l’utilizzo delle migliori pratiche del settore contro ogni forma di dumping.
Il Protocollo, a disposizione dei commissari delle opere inserite nell’elenco trasmesso in Parlamento dalla Presidenza del Consiglio, ha raccolto diverse proposte del sindacato per porre al centro degli interventi non solo la celerità esecutiva, ma anche la legalità, la regolarità, l’occupazione di qualità e la sicurezza. “Questo accordo costituisce un passo avanti di grande rilievo sotto alcuni aspetti per noi fondamentali – conferma Paola De Micheli – Parliamo della velocizzazione dei cantieri nelle opere pubbliche e di promozione e tutela del lavoro di qualità. Voglio ringraziare le forze sindacali per il percorso comune che ci ha portato sino a questa firma che delinea un sistema di regole, fissa una cornice di legalità e offre una spinta significativa anche all’aumento dell’occupazione. Perché un’opera pubblica sia realmente utile alle persone deve essere realizzata secondo i migliori standard esecutivi e questo obiettivo può essere raggiunto soltanto nel pieno rispetto dei lavoratori e dei loro diritti”.
Le parti sindacali concordano con il ministro sul fatto che si tratti “di un accordo davvero innovativo e importante – spiegano Panzarella, Macale, Genovesi – con il merito di consentire la consegna in tempi più brevi di opere strategiche attese dalla comunità, di garantire ulteriormente i lavoratori coinvolti e di consentire la creazione di circa 22 mila posti di lavoro aggiuntivi a quelli previsti in esecuzione ordinaria. Un vero toccasana soprattutto in vista della fine del blocco dei licenziamenti. Tra i provvedimenti contemplati dal testo segnaliamo la possibilità di ricorrere al lavoro a turni, su 24 ore, avvicendato, notturno ma senza straordinari, controlli più rigidi sulle imprese coinvolte, comprese quelle in subappalto, un giro di vite sulla sicurezza nei cantieri e una maggiore formazione dei lavoratori, grazie anche agli Enti bilaterali. Il Protocollo prevede inoltre l’obbligo di applicare il contratto nazionale dell’edilizia, per contrastare il dumping contrattuale, e l’introduzione di un sistema di verifica sulla forza lavoro occupata. Infine abbiamo inserito una clausola sociale per garantire la stabilità occupazionale del personale in caso di avvicendamento di operatori economici, mantenendo inalterata la contrattazione d’anticipo prevista per le grandi opere”.
Paola De Micheli ha parlato anche delle “opere che non rientrano nei progetti del Recovery Fund ma che per questo non sono considerate certo di serie B. Opere che vanno dal rammendo delle singole strade sui territori alle grandi infrastrutture viarie in programma”.