ABB è un’azienda elettrotecnica franco-svedese con sede a Zurigo che, tra i vari settori, include quello della creazione di software per le gru adatte a qualsiasi utilizzo. Uno dei clienti di ABB è la Shanghai Zhenhua Heavy Industries (ZPMC), una società statale cinese che produce proprio grandi attrezzature portuali, incluse le gru, che poi fornisce ai porti di tutto il mondo, compresi quelli americani.
Gli USA sospettano lo spionaggio
La preoccupazione dei comitati a stelle e strisce è quella che nei software montati sulle gru vi possano essere delle backdoor, letteralmente delle “porte sul retro” che danno la possibilità di accedere da remoto ai sistemi informatici.
Oltre che paralizzare le supply chain dei porti statunitensi, sia quelli logistici che quelli militari, la Cina potrebbe accedere anche ai dati sulla movimentazione delle merci, con conseguenze diasastrose.
I Presidenti di Sottocommissione per i trasporti e la sicurezza marittima, Commissione per la Sicurezza Nazionale, Sottocommissione per l’Antiterrorismo, l’Applicazione della legge e l’Intelligence e la già citata Commissione speciale per il Partito comunista cinese hanno perciò inviato una lettera che serva a chiarire i rapporti tra l’azienda franco-svedese e quella cinese.
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La risposta di ABB
La dichiarazione, vagamente piccata, rilasciata dal colosso elettrotecnico specifica che i software e gli hardware per le gru vengono venduti in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, indipendentemente dal Paese acquirente.
Ciononostante l’azienda si è dichiarata disponibile a collaborare con le Commissioni e con i legislatori americani affinché venga fugato ogni dubbio riguardo ad una possibile cospirazione ai danni del “nuovo continente”.
Da oltreoceano, più precisamente da parte della Commissione speciale per la concorrenza strategica tra gli Stati Uniti e il Partito comunista cinese, sembra giungere preoccupazione riguardo alle operazioni di ABB in Cina.
ABB è un’azienda elettrotecnica franco-svedese con sede a Zurigo che, tra i vari settori, include quello della creazione di software per le gru adatte a qualsiasi utilizzo. Uno dei clienti di ABB è la Shanghai Zhenhua Heavy Industries (ZPMC), una società statale cinese che produce proprio grandi attrezzature portuali, incluse le gru, che poi fornisce ai porti di tutto il mondo, compresi quelli americani.
Gli USA sospettano lo spionaggio
La preoccupazione dei comitati a stelle e strisce è quella che nei software montati sulle gru vi possano essere delle backdoor, letteralmente delle “porte sul retro” che danno la possibilità di accedere da remoto ai sistemi informatici.
Oltre che paralizzare le supply chain dei porti statunitensi, sia quelli logistici che quelli militari, la Cina potrebbe accedere anche ai dati sulla movimentazione delle merci, con conseguenze diasastrose.
I Presidenti di Sottocommissione per i trasporti e la sicurezza marittima, Commissione per la Sicurezza Nazionale, Sottocommissione per l’Antiterrorismo, l’Applicazione della legge e l’Intelligence e la già citata Commissione speciale per il Partito comunista cinese hanno perciò inviato una lettera che serva a chiarire i rapporti tra l’azienda franco-svedese e quella cinese.
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La risposta di ABB
La dichiarazione, vagamente piccata, rilasciata dal colosso elettrotecnico specifica che i software e gli hardware per le gru vengono venduti in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, indipendentemente dal Paese acquirente.
Ciononostante l’azienda si è dichiarata disponibile a collaborare con le Commissioni e con i legislatori americani affinché venga fugato ogni dubbio riguardo ad una possibile cospirazione ai danni del “nuovo continente”.
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