“Grazie signor Franco”. Con le parole commosse di un lavoratore, in rappresentanza dei dipendenti in lutto per la scomparsa improvvisa di Franco Fassi, si è concluso venerdì scorso, nella chiesa di Santo Spirito, a Bergamo, l’estremo saluto al grande imprenditore delle gru. Nella funzione religiosa condivisa dai parroci di Sant’Alessandro in Croce, don Valter Pala, e di Desenzano di Albino, don Giampaolo Mazza, con monsignor Tarcisio Ferrari (a cui è stata riservata l’omelia) è stata ricordata la figura schiva e discreta di un uomo che “ha amato profondamente le sue gru, patrimonio di ingegno in grado di dare senso e valore a tutta una vita. Quella stessa vita che Franco Fassi ha condotto nel segno della discrezione, dell’umiltà, dell’impegno assiduo e di una profonda, straordinaria umanità nei confronti delle persone”.
Proprio la sua umanità e il suo valore imprenditoriale sono stati riconosciuti dalla partecipazione alle esequie di centinaia di persone che hanno gremito la chiesa bergamasca e il sagrato, salutando per l’ultima volta con riconoscenza chi ha cambiato per sempre la vita economica di un territorio e dei suoi uomini, portando il marchio delle gru Fassi dalla Val Seriana al mondo. Nel segno della grande impresa e del genio italiano.