L’impermeabilizzazione dei nuovi tunnel ferroviari del Brennero trova due protagonisti italiani, un costruttore di vertice nel settore dei sollevatori telescopici come Magni e un’impresa primaria di lungo corso come Mosconi. Parliamo di un’accoppiata vincente che permetterà di realizzare quello che, ai profani, può apparire come un vero miracolo della tecnica applicata. Ci riferiamo a uno degli interventi inseriti nelle Grandi Opere nazionali di respiro europeo, che avrà come obiettivo quello di intervenire sulla copertura delle nuove gallerie, realizzate con l’obiettivo di alleggerire il traffico pesante, nel tratto di confine della nostra A22 – l’autostrada del Brennero – per dirottarlo su rotaia fino ad Innsbruck, in Austria.
Il progetto nel suo complesso è enorme e complesso se si considera che alcuni tratti dei tunnel, scavati a circa 30-40 metri, passano sotto il letto del fiume Isarco che, durante i lavori, per precauzione, verrà congelato con sistemi all’avanguardia. All’opera, quindi, per la copertura delle gallerie, la bresciana Mosconi, con la sua esperienza consolidata nelle infrastrutture e nell’edilizia industriale. “Il nostro compito – spiega il direttore tecnico dell’impresa, Andrea Mosconi – è quello di impermeabilizzare le gallerie con speciali guaine in pvc, in modo da isolare ermeticamente gli ambienti da umidità e infiltrazioni d’acqua. Il lavoro deve essere svolto in altezza dopo che sono state posate le centine per il sostegno della volta”.
L’ingegner Mosconi, dopo diverse valutazioni sulle soluzioni di sollevamento da intraprendere, ha deciso di affidarsi ai sollevatori Magni Telescopic Handlers. “La macchina selezionata è un sollevatore telescopico del modello RTH 5.21 SH – conferma Mosconi – In questo caso, è equipaggiato con l’opzione Twin Energy per poter lavorare in modalità elettrica in ambienti chiusi e sensibili come le gallerie. La macchina viene collegata a una fonte energetica esterna da 380V, a garanzia di una continuità assoluta delle normali operazioni di sollevamento e posizionamento del carico. Un motore elettrico da 15 kW e una pompa a pistoni con portata da 90 l garantiscono performance e precisione assolute. Si può parlare tranquillamente di una soluzione green quasi totale, in quanto si circoscrive l’utilizzo del motore termico solo in fase di movimentazione della macchina. Una volta stabilizzat il sollevatore ogni operatività alimentata esclusivamente dal sistema Twin Energy”.
Il telescopico rotativo RTH 5.21 SH ha previsto inoltre come attrezzatura due ceste per piattaforma intercambiabili, in modo da poter raggiungere con gli operatori, in tutta sicurezza, l’altezza di volta necessaria per posare le guaine in pvc. Una delle due piattaforme dispone di un attacco più in basso; questa soluzione permette agli operatori di raggiungere, oltre che altezze maggiori, anche in punti difficili come ad esempio nelle nicchie con dimensioni ristrette o profonde che, in quasi tutto il diagramma di intervento, visto l’ingombro del braccio, non sarebbero altrimenti possibili da raggiungere. Restano comunque inalterati gli standard di sicurezza che caratterizzano tutte le applicazioni Magni e non si sono rese necessarie sicurezze aggiuntive. Le macchine Magni infatti dispongono di serie di diversi sensori e limitazioni che ne garantiscono una sicurezza pressoché totale.
“La scelta delle forniture è ricaduta su Magni – ha concluso Mosconi – non solo perché è l’unico costruttore che abbiamo identificato con un’offerta completa di soluzioni che garantiscano l’utilizzo in modalità elettrica del mezzo, ma soprattutto perché consentono di operare a sbraccio completo senza limitazioni e con un diagramma preliminare perfettamente in linea con le prestazioni effettive del sollevatore”.