Regione Lombardia ha emanato il Decreto Dirigenziale n. 5969 del 29 aprile 2025, con cui aggiorna e sostituisce le precedenti linee guida regionali sull’uso delle Piattaforme di Lavoro Mobili Elevabili (PLE) nei cantieri temporanei o mobili. Il documento rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento delle misure di prevenzione e protezione negli interventi in quota, recependo le più recenti normative tecniche, tra cui la UNI EN 280, e le indicazioni ministeriali in materia di sicurezza sul lavoro.
Il decreto offre uno strumento operativo per tutti i soggetti coinvolti nel processo di gestione della sicurezza in cantiere: committenti, coordinatori, datori di lavoro, preposti, lavoratori e organi di vigilanza. In particolare, le nuove linee guida forniscono criteri pratici per la valutazione del rischio legato all’uso delle PLE – che, ricordiamo, rientrano nel quadro di riferimento normato dalla cosiddetta “Direttiva Macchine” – individuando misure preventive, procedure operative e ambiti applicativi specifici, con l’obiettivo di garantire un utilizzo consapevole, conforme e sicuro.
Apertura allo sbarco in quota
Una delle principali novità riguarda la possibilità di utilizzare le PLE per lo sbarco in quota. Tale attività, tradizionalmente soggetta a vincoli stringenti, è ora ammessa a condizione che siano rispettati requisiti tecnici precisi: il costruttore deve autorizzare espressamente questa modalità d’uso, oppure la PLE deve essere sottoposta a una nuova procedura di valutazione di conformità e reimmissione sul mercato. La procedura di sbarco, inoltre, deve essere dettagliata nel Piano Operativo di Sicurezza(POS) e accompagnata da un’adeguata formazione specifica del personale.
Nel documento si sottolinea l’importanza di una valutazione preventiva dei rischi, comprensiva delle condizioni del terreno, delle interferenze tra lavorazioni, della stabilità del mezzo durante il lavoro in quota e delle corrette modalità di utilizzo dei DPI, con riferimento particolare ai sistemi di ancoraggio. Il punto di sbarco deve essere stabile, protetto da cadute e conforme ai requisiti minimi di sicurezza strutturale.
Più chiarezza per i diversi ambiti di utilizzo
Il decreto offre inoltre schede tecniche applicative per diversi ambiti di impiego delle PLE, tra cui potature e manutenzioni del verde, montaggi di strutture prefabbricate in calcestruzzo, installazione di scaffalature industriali, manutenzioni edili e impiantistiche, demolizioni e smontaggi, attività di bonifica amianto all’aperto. Per ciascun contesto sono fornite indicazioni mirate in termini di precauzioni operative, configurazioni ammesse e procedure d’emergenza.
Tra i vantaggi evidenziati dallo sbarco in quota tramite PLE vi sono: la drastica riduzione del rischio di caduta, il miglioramento dell’ergonomia del lavoro, una maggiore stabilità della piattaforma di lavoro e una maggiore efficienza operativa rispetto a scale, ponteggi mobili o strutture temporanee.
E’ bene sottolineare come le nuove indicazioni regionali non rappresentano una liberalizzazione, bensì un’integrazione strutturata del concetto di accesso in sicurezza, che tiene conto dell’evoluzione tecnologica e delle specificità operative dei cantieri moderni. Si afferma così una visione della sicurezza come risultato sinergico di organizzazione, competenza tecnica e responsabilità condivisa.
Il documento si conclude con l’introduzione di una check-list di controllo, utile sia per le aziende che per gli organi di vigilanza, pensata per uniformare i criteri di valutazione e semplificare la gestione del rischio operativo.