La Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro che si celebra oggi, 28 aprile 2023, ci deve ispirare un momento di pensiero alto. Una dedica fatta di parole semplici e sincere alle donne e agli uomini che affrontano ogni giorno, soprattutto nei settori industriali più rischiosi, il pericolo inconsapevole di un infortunio grave. Usiamo qui la parola “inconsapevole” perché non vogliamo, in questa giornata di riflessione – che per le famiglie di molte vittime è soprattutto di dolore inconsolabile – portare ancora in primo piano il peso di una colpa che tale non deve essere, di un’accusa generica che, necessariamente, deve diventare altro, scostandosi dal coro dell’invettiva e di una rabbia senza speranze.
La parola “inconsapevole”, invece, vuole essere un richiamo al senso della vita e al significato del lavoro, nella sua accezione di tempo umano e sociale. Il suo aggettivo contrario è quello di “consapevole”, con il significato letterale attribuito a una persona che sia cosciente oppure informata di un fatto, di una situazione e dei loro possibili sviluppi. La vita umana e il lavoro – che ne segna una parte preponderante del senso di sviluppo personale, nei suoi vari gradi, fino all’essenza stessa dell’autoconservazione – devono obbedire, senza eccezioni, alla consapevolezza. Accettando i rischi e le incertezze dell’una e dell’altro, ma sempre con il beneficio di una ragione e di una morale che costituiscano i fari guida di una preservazione rivolta alla dignità e alla sicurezza dell’essere umano, anche nelle condizioni più estreme.
Proprio il nostro impegno a favore della sicurezza sul lavoro, come giornalisti e professionisti della comunicazione, deve portarci oggi a rivolgere un appello accorato e “consapevolmente umano” ai lavoratori di quell’industria che è più vicina a noi. Quella dei cantieri, delle costruzioni, dei servizi di sollevamento e movimentazione. Il nostro appello, a tutti loro, è questo: siate vigili, siate preparati e formati professionalmente per il lavoro che state affrontando. Siate responsabili nei confronti di voi stessi, delle vostre famiglie, dei vostri cari. Rispettate voi stessi e chi vi circonda. Non rassegnatevi alla trascuratezza, alla mancanza di regole, all’abitudine che si ammalora fino al lassismo. Cambiate la situazione odierna, invertendo la crescita di un bollettino quotidiano che riporta le fredde cifre di morti e feriti sul luogo di lavoro. Siate voi a volere la vita, a denunciarne lo spregio, a rifiutare le tentazioni di chi predica l’arrangiarsi, il “per una volta cosa vuoi che succeda”, il risparmiare tempo a scapito di una giornata produttiva ma sicura. Un risparmio di umanità – sappiatelo – che va a scapito vostro, sempre, senza alcuna protezione per voi che siete ogni giorno in prima linea nel cantiere della vita. Siate giusti e consapevoli con voi stessi, anche per noi, che non vogliamo più piangervi. Che non possiamo ancora rassegnarci a questo degrado umano. La realtà di domani può ancora cambiare; impegniamoci insieme perché sia diversa e più libera. Così che, attraversando il selciato ai margini di un cantiere, possiamo riconoscerci – chi è di passaggio, ma non è distratto, e chi rimane, saldo e vigile, al piano di un ponteggio. Riconoscerci, sì, in uno sguardo comune, e salutarci a testa alta. Senza più abbassare gli occhi, ancora, a terra. Dove qualcuno ha lasciato, per noi, solo un dolore in più.
La redazione di Sollevare e tutti i lavoratori di Mediapoint & Exhibitions