Giusto ieri cadevano i trent’anni del disastro di Chernobyl, uno dei più gravi incidenti nucleari della storia dell’umanità.
Trent’anni dopo il nucleo radioattivo chiuso nel famoso “sarcofago” brucia ancora, emettendo radiazioni che, se fuoriuscissero, replicherebbero in gravità l’incidente di allora. Purtroppo sappiamo che il cemento invecchia, ancora di più se “cotto” dalle radiazioni. Per questo a Chernobyl si sta lavorando per realizzare una nuova struttura contenitiva che andrà a inglobare quella attuale che mostra segni di cedimento.
Al lavoro anche una autogrù Palfinger WT 1000 che sta contribuendo alla realizzazione del nuovo sarcofago, una struttura alta 120 m in fase di costruzione a circa 500 m da dove sorge l’attuale sarcofago e che, una volta terminata, sarà sovrapposta a quest’ultimo, inglobandolo.
La Palfinger WT 1000 si è dimostrata la macchina ideale per tutte le operazioni svolte in quota per la costruzione del nuovo involucro, soprattutto equipaggiata con la cesta portapersone. Parliamo al passato perché autogrù è già in attività da più di un anno e, al termine dei lavori previsti per la fine del 2017, di anni a Chernobyl ne avrà passati ben tre, tra inverni rigidissimi ed estati molto calde.
Per affrontare non solo le condizioni gravose del lavoro in termini di clima, ma anche di ore di lavoro (l’autogrù opera non stop 24/7) Palfinger ha messo a punto un sistema manutentivo ad hoc, che si svolge a Krefeld, in Germania, dove sia l’autogrù che le attrezzature sono tornate per essere sottoposte a una revisione totale.
La WT 1000 è attesa di nuovo operativa a Chernobyl i primi giorni di maggio.