Nella giornata di ieri, è arrivata improvvisa e dolente la notizia della scomparsa di Alessandro Fagioli, presidente della grande azienda italiana famosa in tutto il mondo nell’ambito dell’heavy lifting e del trasporto eccezionale. Avrebbe compiuto 82 anni ad agosto. Figlio del fondatore, Giovanni – che creò la Fagioli nel 1955 – Alessandro ne ha seguito le orme, fin da quando la famiglia si trasferì da Traversetolo (a sud di Parma) a Montecchio, nella provincia di Roma. L’anno dopo, nel 1951, Giovanni acquistò un camion Dodge e iniziò la propria attività di trasporto, fino alla crescente specializzazione che portò alla strutturazione definitiva dell’impresa nel 1955. Negli anni Sessanta, Alessandro visse l’ascesa dell’attività di famiglia, con l’arrivo dei primi semirimorchi e i le prime avventure industriali nel trasporto eccezionale (tra cui, lo straordinario – per quei tempi – trasferimento di una caldaia, portato a termine personalmente proprio da Alessandro Fagioli, seguiti dal trasporto di una campana di bronzo dal grande valore storico, nel 1965). Gli investimenti continui e l’impegno di Alessandro Fagioli, alla guida della creatura industriale del padre Giovanni, porta allo sviluppo esponenziale dell’impegno e del fatturato, con sedi nel centro Italia e successivamente nel nord della penisola e l’apertura di avamposti operativi a Milano e a Torino. “La tecnologia muove il mondo”, era il motto di Alessandro Fagioli, pioniere nella comprensione tecnologica dell’importanza di soluzioni ingegneristiche avanzate per la movimentazione e il trasporto di manufatti sempre più pesanti e complessi nella logistica. Le vette operative più recenti hanno riguardato il trasporto, il sollevamento e l’installazione di sezioni di piattaforme offshore del peso fino a 44.000 tonnellate, in Canada. Nel nostro Paese, ricordiamo le operazioni straordinarie nel recupero del relitto della nave Concordia e l’insediamento dei cassoni e delle barriere fino alle 12.000 tonnellate per il progetto del Mose, a Venezia.