Una serata tiepida, serena, quasi un miraggio in una primavera ballerina e decisamente piovosa. Lo scorso 8 giugno anche il meteo ha guardato con benevolenza la città di Modena, location perfetta per la nuova sede di Idrogru, teatro di quello che, definire open day, è a dir poco riduttivo.
Ospiti della splendida serata organizzata dal costruttore emiliano, ci siamo immersi in un’atmosfera oltremodo piacevole che ha saputo amalgamare tanti ingredienti, tutti di fondamentale importanza.
L’evento – al quale sono intervenute circa 350 persone tra clienti, professionisti del settore, fornitori storici e ovviamente tutti i collaboratori di Idrogru – ha saputo riunire molteplici aspetti: la festa, la presentazione della nuova sede produttiva, l’ideale passaggio di consegne della responsabilità aziendale e anche una nuova versione della KT160.33 perfetta per il mercato domestico.
Particolarmente entusiasti e partecipi, a inizio serata i collaboratori di Idrogru sono stati chiamati sul palco, presentati uno a uno, e hanno offerto un’immagine di un’azienda con un’età media piuttosto giovane, un gruppo dinamico proiettato verso il futuro che in ogni caso beneficia della presenza di alcune figure “storiche”.
“Questo gruppo”, ha sottolineato Roberto Vezzelli, Titolare di Idrogru, “sta lavorando bene, ha visto l’inserimento di alcune nuove figure chiave, ma allo stesso tempo si avvale dell’imprescindibile supporto dei soci fondatori”.
La serata – nel discorso d’apertura i soci fondatori dell’azienda erano significativamente a fianco di Roberto Vezzelli – ha infatti simboleggiato anche un ideale passag-gio di consegne. “Dopo aver imparato tanto in questi anni”, ha commentato Vezzelli, “è giunto il momento di raccogliere il testimone di chi ha ideato e fatto crescere la nostra realtà. Abbiamo voluto trasmettere un messaggio chiaro al mercato: Idrogru è un’azienda solida, che sta crescendo con l’innesto di nuove forze in tutti i settori, dalla progettazione al commerciale, ma che si fonda ancora sull’imprescindibile esperienza di chi ha dato il la a questa vicenda industriale”.
In effetti, oggi Idrogru si presenta come una realtà in deciso fermento: un nuovo stabilimento produttivo, un gruppo di lavoro motivato, un ufficio tecnico di prim’ordine e anche una nuova attenzione per la comunicazione che ha avuto il suo culmine proprio nell’open day dell’8 giugno.
Come accennato, l’evento ha visto l’esordio anche di una nuova macchina: una KT160.33 HD già venduta a Zanoletti. “La KT160.33 (a cinque sfili, mentre la .29 è a quattro sfili) in questi ultimi anni è stato il modello di punta per il mercato italiano”, riprende Vezzelli. “E partendo da questo presupposto il nostro ufficio tecnico, che oltre a un nuovo progettista e si è arricchito con l’acquisto di un programma AutoCad di nuova generazione, ha sviluppato la nuova KT160.33 Heavy Duty Version, sintetizzata nella sigla KT160.33 HD. Abbiamo rivisto l’intera struttura del braccio, lo abbiamo potenziato attraverso l’incremento dei pattini, che ora sono otto su tutti gli sfili; il miglioramento delle loro superfici e della loro applicazione al braccio stesso. Del resto le nostre macchine sono molto apprezzate perché hanno una grande potenza sotto carico durante lo sfilo. Ora, con la KT160.33 HD, sfiliamo 40-50 t senza problemi. E tutto questo è dovuto principalmente all’utilizzo dei nostri pattini in bronzo che sono praticamente eterni”.
Inoltre la nuova gru utilizza la medesima testa del braccio, più potente, solitamente applicata ai modelli con meno sfili. In questo modo sulla KT160.33 HD la classica testa flottante Idrogru non necessita di alcun supporto aggiuntivo ma, per la rotazione, utilizza un semplice perno. In pratica una macchina più agile, più maneggevole, più performante e sempre a libera circolazione, visto un peso contenuto nelle 32 t. Se la nuova KT160.33 HD è stata la reginetta della serata, nel piazzale antistante la sede hanno fatto bella mostra parecchie macchine, tra le quali l’ammiraglia di Idrogru: una KT300.25 da 300 t esposta nella tipica livrea azzurra che contraddistingue i veicoli Porro.
Allestita su autocarro a cinque assi, è in grado di sfilare sotto carico e sollevare oltre 130 t, e di proporre in ogni caso un mezzo agile e leggero (togliendo le zavorre siamo attorno alle 43 t), mentre a livello dimensionale ci troviamo di fronte a misure molto simili a modelli di gru decisamente meno prestazionali.
Il testimone
Durante la festa di Idrogru abbiamo raccolto le parole di Lamberto Bergamin, autentico appassionato di gru e fedelissimo del marchio modenese. “Lavorare con Idrogru”, ha commentato il titolare della società padovana, “è un vero piacere. Ti seguono come una sartoria e per noi è fondamentale perché puntiamo più sulla qualità che sulla quantità dei lavori. Dal 1996 a oggi abbiamo acquistato ben quattro macchine, tutte estremamente versatili, che possono fare di tutto. Ma al di là delle gru c’è un rapporto quasi familiare. È gente straordinaria che ti segue in tutto, gente che te la senti addosso, non ti senti mai abbandonato, infatti cercano di esaudire qualsiasi necessità. E nel nostro campo una disponibilità simile non è facile da
trovare. Inoltre questo rapporto non ha flessioni con il passare del tempo e con l’ingresso in società delle nuove generazioni. In Idrogru si respira la classica passione emiliana per la ricerca, la tecnologia, la voglia di andare sempre più avanti e progettare sempre qualcosa di meglio”. Il parco macchine di Bergamin permette alla società, tra l’altro specializzata nel settore industriale e farmaceutico, di seguire con il noleggio a caldo l’intero Triveneto. All’open day è stata esposta la più recente gru Bergamin, una KT 160.29.