Il gigante ha sollevato ancora la Storia, portando la sua forza nei grandi progetti industriali di ogni continente. Stiamo parlando di Mammoet naturalmente, il campione dell’heavy lifting & transportation su scala globale che ha completato di recente la commessa per il sollevamento e la movimentazione di un impianto chimico allestito per in moduli nel sud degli Stati Uniti. All’origine dell’impresa c’è il gruppo Sasol, colosso petrolifero statale sudafricana, impegnato – nell’ambito del polo petrolchimico di Lake Charles, in Louisiana – nel nuovo progetto LCCP (Lake Charles Chemical Project), un impianto di cracking dell’etano da 100.000 barili lavorati al giorno, adibito all’alimentazione di sei linee per prodotti derivati, tra cui l’etilene, da 1,5 milioni di tonnellate l’anno. L’impianto è totalmente modularizzato, ossia composto da unità funzionali self-contained costruite in fabbriche e cantieri fuori sede e poi trasportate sul posto e connesse tra di loro. L’LCCP è uno dei più grandi impianti di questo tipo e tra quelli con il maggiore tasso di modularizzazione al mondo.
L’impresa ha coinvolto Mammoet nel trasporto e nel sollevamento eccezionale dei componenti modulari per un’avventura tecnologica durata ben quattro anni, durante i quali le squadre del Red Elephant hanno svolto 392.959 ore di lavoro secondo dinamiche di sicurezza all’avanguardia, arrivando a insediare nel cantiere di Lake Charles quasi 400 moduli impinatistici.
Al culmine del progetto in opera, Mammoet ha allestito nel cantiere circa 30 gru per il sollevamento e 450 linee di assi SPMT (Self-Propelled Modular Transporter), azionate da circa 100 unità di personale tecnico suddivise in turni diurni e notturni. Tra i sollevamenti più interessanti del progetto va annoverato quello che ha visto la movimentazione di una torre di lavaggio da 800 tonnellate e un reattore da 1.523 tonnellate, collocati entrambi utilizzando una straordinaria ring crane MSG 80. Mammoet ha sviluppato negli anni numerose soluzioni per abbattere le tempistiche di intervento. Tra queste, va menzionata senz’altro l’implementazione del telaio di sollevamento modulare regolabile (AMLF). L’AMLF è gestito da remoto – per una capacità di 160 tonnellate – e con l’ausilio di questa attrezzatura, la lunghezza e la posizione dell’imbracatura possono essere regolate per carichi diversi senza dover abbassare e riconfigurare il telaio. Questa soluzione ha consentito di ottimizzare le operazioni di movimentazione e insediamento, portando le squadre Mammoet all’installazione anche di cinque moduli in un solo giorno di lavoro.
Mammoet ha lavorato al progetto LCCP in stretto coordinamento con l’EPCM Fluor Technip Integrated (FTI) – joint venture tra Fluor e TechnipFMC – e il committente Sasol, raggiungendo un livello elevato di efficienza e sicurezza, come dicevamo prima, in tutte le operazioni di montaggio previste dal progetto. Le squadre tecniche di Mammoet coinvolte nell’avventura del Lake Charles Chemical Project hanno ottenuto il premio “Safe Crew of the Week” di Sasol per ben otto volte. Con il suo impegno e l’eccezionale know-how messo in campo, Mammoet ha di nuovo dimostrato nell’ambito dei grandi progetti dell’industria petrolchimica internazionale, che la costruzione modulare è una modalità percorribile ed efficiente per realizzare impianti complessi. Il progetto LCCP entrerà nella storia di Mammoet come una pietra miliare della modularizzazione industriale realizzata con la tecnica factory-to-foundation. Una pietra fondamentale nella storia dei montaggi industriali già istoriata dall’esemplare progetto Gorgon di General Electric-Nuovo Pignone.
MAMMOET, LA CHIMICA DI UN CAMPIONE

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