Vorremmo raccontavi una storia, iniziando con la frase “C’era una volta” che di solito è il prologo delle fiabe che narrano di battaglie, amori impossibili e personaggi fantastici. Questa volta il nostro “C’era una volta” è una storia vera fatta di uomini, sacrifici e sogni che rinascono.
C’era una volta un paese, la ex Jugoslavia che nella primavera del 1999 affrontò uno dei momenti più bui della sua storia, una guerra che come tutte le guerre non ha ragioni d’essere, dove nessuno vince ma di certo dove tutti soffrono dietro una scia fatta di dolore e distruzione. Infatti, dopo 78 lunghi giorni di missili e raid aerei su Belgrado la città era rasa al suolo. Ed è proprio qui che ha inizio questa storia, un paese dilaniato che tenta lentamente di ricostruirsi attraverso la sua gente, che sebbene provata ed economicamente sul lastrico non smette di lottare per ritrovare la loro sua dignità e fiducia in futuro migliore.
Chi ci racconta questa storia è uno dei tanti protagonisti dei cantieri di rinascita di Belgrado. Si chiama Emin Eminovic e insieme ad altri uomini nuovi e di buona volontà, ha contribuito alla ricostruzione del futuro per il suo paese con il sacrificio di un lavoro che deve essergli apparso come una missione morale. Durante il nostro incontro, Emin ha ripercorso i momenti febbrili passati in cantiere, con lo sguardo orgoglioso e un sorriso pieno di soddisfazione per quello che dev’essergli apparso come un inizio radioso per la sua città e la sua gente. Ricordiamo del nostro incontro le foto ormai consumate dal tempo che faceva scorrere con frenesia tra le sue mani, come se cercasse di non tralasciare nulla, nemmeno il più semplice aneddoto, nelle istantanee di una memoria dolorosa, lacerata ma viva.
Ad un certo punto si sofferma su una foto in particolare e ci mostra uno dei palazzi simbolo di quel paese, Il grattacielo Ušće Tower, che a dispetto di ben nove missili che l’avevano colpito durante uno dei tanti raid aerei, era rimasto in piedi con fierezza. Costruito nel 1964 Il grattacielo Ušće Tower era alto in origine 105 m, fino a quando nell’aprile del 1999 fu seriamente danneggiato dai bombardamenti. Emin ci racconta di come lui fu incaricato nel 2003, dalla società Komgrap di Belgrado, del montaggio di una gru che fosse davvero agile nel tener conto delle difficoltà strutturali che l’edificio aveva subito durante il bombardamento e il successivo incendio. A quell’epoca fu scelta una gru Potain F0/23B di proprietà della società Energoprojekt. Emin allora rappresentava proprio il marchio Potain e insieme a lui e a un manipolo di persone valorose costituì la squadra decisiva che diede il via alla ristrutturazione. A seguito del nuovo progetto di ricostruzione, l’edificio fu rialzato di quattro piani, con la gru Potain F0/23B che nel corso delle lunghe sessioni di lavoro in cantiere – il restauro della Torre Ušće I richiese due anni e mezzo di impegno – raggiunse un’altezza di 128 m sotto gancio. Il racconto di Emin continua con la descrizione dei principali cantieri che nel corso degli anni cambiarono, con orgoglio, il volto di quella città devastata.
Oggi Emin Eminovic ha 75 anni ed è un valido consulente del concessionario Potain, Ferokov, in Slovenia. Attraverso la consociata Kigo, Ferokov rappresenta il marchio Potain anche in Serbia e Montenegro ed Emin mi rivela tutta la sua emozione per il fatto che il lavoro da lui portato a termine e le gru Potain vendute nel tempo abbiamo trovato il filo rosso della continuità in un team di grandi professionisti guidati da una forza di volontà straordinaria.
Ma la storia del grattacielo Ušće non finisce qui e arriva fino ai nostri giorni. Sebastian David, manager della società Kigo ci racconta, oggi, i dettagli del nuovo progetto legato a questo palazzo. Infatti risale alla fine del 2017 il progetto della Torre Ušće II e nel 2018 si sono avviati i lavori di costruzione. La torre di Ušće, situato nella zona dove il fiume Sava confluisce nel Danubio, è ancora oggi uno degli edifici più alti in Serbia, e il nuovo ambizioso progetto che ne coinvolge la struttura, ne ristabilirà l’attualità architettonica secondo un profilo moderno e prestigioso.
L’appaltatore generale che sta costruendo questo lussuoso edificio è l’impresa Energogroup di Belgrado. La società Kigo, sempre insediata nella capitale e – come già abbiamo anticipato – con l’incarico di rivenditore ufficiale Potain in Serbia, è diventato così un fornitore primario per le gru Potain nella realizzazione di questo magnifico grattacielo, concepito secondo parametri energetici di classe A +. La Ušće Tower II raggiungerà l’altezza di 103,9 metri, per 22 piani e un totale di 28.000 metri quadrati di estensione. Kigo, con la collaborazione della stessa casa madre Ferokov dalla Slovenia, ha installato a oggi sei gru dalla propria flotta Potain, tra cui due modelli automontanti HUP 40-30, una IGO 36, la gru a torre gru a torre MD125B e due tipologie MDT219 J10.
Ora l’inizio di “C’era una volta “, per la favola moderna di Belgrado, ha l’impeto di un senso ancora più forte e decisivo. Questo racconto non ha miti né leggende da svelare, ma storie di gente comune da tramandare alle nuove generazioni. Storie di persone guidate oltre che dall’estrema professionalità, anche da quella passione profonda che li ha resi capaci di imprese straordinarie da portare al cuore di un popolo che vede finalmente la luce. Storie che continueranno negli anni a venire, per molti capitoli emozionanti e sempre diversi. Come una saga infinita, dedicata ai sogni reali e alle speranze degli uomini.
POTAIN, LA FAVOLA DI BELGRADO
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