Il noleggio è una cosa seria e chi vuole improvvisare è meglio che se ne tenga alla larga. In tempi di serietà pandemica, meglio essere chiari anche in economia e il messaggio della 28esima Assemblea/Congresso Assodimi è risultato chiaro, ascoltando i notevoli relatori che ne hanno animato – in diretta streaming, con modalità webinar – lo svolgimento secondo una sequenza di interventi coerente e foriera di spunti di riflessione.
La lettura del futuro che riguarda il noleggio nostrano, nell’introduzione di Mauro Brunelli, presidente di Assodimi, ha messo in rilievo come nei prossimi anni sarà importante la dinamica del dimensionamento opportuno delle realtà nazionali, nell’ottica di una sinergia che possa portare competitività e supporto a una più forte comparazione a livello europeo. Le nostre realtà di noleggio -molte delle quali nel settore del sollevamento, con flotte composte soprattutto da piattaforme aeree, gru e autogrù – sono ancora al di sotto dei fatturati comparabili con altre realtà comunitarie e l’analisi presentata successivamente da Michel Petitjean, presidente di ERA (l’European Rental Association) ne ha evidenziato la criticità di lettura, anche in relazione ai dati consuntivi dell’anno in corso. All’Italia viene attribuito dai dati ERA un arretramento del settore nell’ordine del 12,3%, mentre l’indagine presentata da Federico Della Puppa (responsabile area Analisi & Strategie di Smart Land) mostra grafici di analisi più complessi. Alla crescita del 2019 valutata nell’ordine del 10% per l’intero settore del noleggio di macchine e attrezzature in Italia, nel 2020 la crescita – proprio a causa degli eventi economici legati alla pandemia da Covid-19 – si attesterà a un +1,4%, per riprendere nell’ordine del +5,3% nel 2021. Sul fronte del cambiamento del settore, poi, Della Puppa mostra un trend significativo. Dai 4.567 punti noleggio del 2008 in tutta la penisola, si è passati agli attuali 3.560 dell’anno in corso, per una percentuale calcolata nell’ordine del -22%. Si tratta di una mutazione genetica del settore, che riguarda il rafforzamento e la razionalizzazione di strutture e attori in scena, dove alle 3.069 sedi principali delle società corrispondono 491 unità locali, per una forza che è inversamente proporzionale alla frammentarietà del passato. “Il peso del noleggio, nell’economia italiana e nei suoi vari settori cresce – sottolinea Dalla Puppa – Il suo peso percentuale è in netto aumento rispetto agli investimenti in costruzioni e sul complesso del giro d’affari che riguarda la filiera dell’edilizia”. Un’analisi condivisa nello spirito ottimistico anche da Marco Marcatili di Nomisma, che rileva un sentiment di fiducia foriero di rapida ripresa e di un consolidamento dei risultati frutto della maturità in progress del noleggio nazionale.
(Tutto sulla 28esima Assemblea/Congresso di Assodimi nelle pagine del prossimo numero di Sollevare).