Gli ultimi moduli industriali del gigantesco impianto di liquefazione del gas naturale sono giunti a destinazione. Intanto il progetto è a poche settimane dalla spedizione del primo carico di LNG via nave.
Dopo due anni di lavoro svolto in condizioni spesso proibitive, Mammoet ha portato a destinazione gli ultimi moduli industriali che compongono l’impianto di liquefazione del gas naturale del Progetto Yamal. Il progetto prende nome dalla Penisola di Yamal, che si affaccia sul Mar di Kara nell’Artico siberano occidentale. La penisola si trova all’interno del circolo polare ed è caratterizzata da condizioni ambientali estreme, con un’escursione di temperatura che va dai 35 gradi durante l’estate artica ai meno 40 durante l’inverno.
Per rispettare i tempi molto stretti, i lavori si sono svolti senza interruzione ed hanno visto l’utilizzo di un numero senza precedenti di carrelli autopropulsi SPMT, sino a 1.700 assi utilizzati in contemporanea. Circa 400 di questi assi SPMT sono stati modificati per operare a piena capacità a temperature di 40 gradi sottozero.
Nel corso degli ultimi due anni, Mammoet ha trasportato dal porto di Sabetta, la scalo della penisola utilizzato dal progetto, sino al sito dell’impianto 150 moduli industriali di grandi dimensioni e oltre 1.200 componenti più piccoli. Tra questi si sono segnalati tre moduli, uno per linea, di 103 metri di lunghezza ed un peso di 5.400 tonnellate, che hanno richiesto l’utilizzo di 400 assi di SPMT.
Queste componenti una volta assemblate produrranno un impianto di liquefazione del gas naturale, proveniente dai ricchissimi giacimenti della penisola, formato da tre linee di lavorazione da 5,5 milioni di tonnellate di LNG l’anno, per un totale a pieno regime di 16,5 milioni di tonnellate. Mammoet ha già completato l’assemblaggio della prima linea e nel corso dei prossimi mesi procederà con l’installazione dei moduli, ora in storage, per le altre due.
Mentre scriviamo queste righe dovrebbe essere iniziato il trasporto del primo carico di LNG via nave e diretto in Cina. Ai primi di dicembre infatti la prima linea di liquefazione ha avuto l’autorizzazione ad iniziare ad operare dalle autorità russe.
Il Progetto Yamal è gestito da una joint venture tra la società russa Novanka, la più grande del settore dopo Gazprom, la francese Total e la cinese CNPC. Il costo totale del progetto si aggira sui 27 miliardi di dollari e prevede l’utilizzo di 15 navi porta-LNG con la capacità di rompere uno strato di ghiaccio spesso sino a 2,5 metri, consentendo di operare durante tutto l’anno, utilizzando una rotta occidentale durante l’inverno e la primavera, e una orientale durante l’estate e l’autunno.
GLI SPMT ARTICI
Per operare a piena capacità a una temperatura di meno 40 gradi centigradi, Mammoet ha ordinato una serie speciale di carrelli autopropulsi. Le principali modifiche apportate al progetto originale sono:
- Trave strutturale principale (la spina dorsale del carrello) realizzata in acciaio speciale ad alta resistenza
- Gomma speciale per tutte le guarnizioni e gli anelli di tenuta
- Impianto idraulico con olio additivato per temperature bassissime
- Power-pack ausiliari per mantenere in temperatura i motori
- Luci LED per illuminare l’area attorno al carrello e garantire la sicurezza anche nel buio completo della notte artica