Negli Stati Uniti il dibattito sugli annunci del presidente Donald Trump relativi ai dazi commerciali sull’importazione di beni extra USA assume varie sfumature a seconda del settore di riferimento. Per quanto riguarda il mondo del sollevamento e, più nello specifico, il sollevamento in ambito portuale, quello che stiamo capendo, sulla base di alcune notizie emerse negli ultimi giorni, è che non ci sia molto consenso tra gli operatori del segmento.
In una nota ufficiale, la American Association of Port Authorities (Aapa) si è rivolta alla United States Trade Representative (Ustr) per richiedere il blocco dei dazi del 100% proposti da Trump sulle gru portuali Ship-to-Shore prodotte in Cina. Secondo l’associazione che rappresenta le autorità portuali nordamericane, infatti, i dazi non avrebbero lo scopo di creare un mercato e un’industria nazionale, che peraltro latita da tempo. La paura è che queste tariffe potrebbero effettivamente creare un deficit importante nei bilanci dei porti americani, largamente dipendenti dalle importazioni di gru costruite in Cina.
Attualmente si parla di un portafoglio di ordini già in corso per 55 nuove gru StS, di cui ben 44 costruite in Cina, con la previsione di piazzare nuovi ordini per ulteriori 32 gru, di cui 26 cines. I dazi annunciati da Trump andrebbero ad aumentare i costi, già ampiamente influenzati da un +24% fissato dal 2024. Un dato relativo alle gru Zpmc già ordinate racconta di un’aumento che comporterebbe un esborso di 1,78 miliardi di dollari rispetto ai 660 milioni di dollari attualmente concordati con la società cinese.