Qualche settimana fa, a chi si fosse trovato a passare nella campagna di Novagli di Montichiari (Brescia), non sarebbero potute sfuggire: la piattaforma articolata con braccio in completa estensione, la torre dell’acquedotto e 4 uomini sopra il suo “cappello” a 40 metri di altezza. Un cantiere, un noleggio, a dir poco spettacolare, come testimoniato dalle fotografie realizzate dall’impresa Perico Renato Costruzioni Edili, impresa della provincia di Bergamo che quel cantiere lo ha progettato nei minimi particolari. Ma facciamo ordine. L’intervento sul serbatoio di compenso, è stato richiesto da A2A, multiutility dei servizi ambientali e teleriscaldamento. La struttura, da tempo non più operativa, necessitava della messa in sicurezza, per impedire che i detriti delle lastre in cemento della copertura – aggredite per anni dagli eventi atmosferici – si staccassero per poi cadere al suolo.
La Perico Renato Costruzioni Edili per effettuare i lavori in quota si è rivolta a un partner abitualecome Elevo Kiloutou e la scelta della macchina è caduta su una piattaforma articolata Genie ZX135/70 da 43,15 metri di altezza di lavoro e jib estensibile da 3,66 a 6,10 metri – e l’organizzazione dell’intervento, hanno richiesto sopralluoghi, videoconferenze, rilievi con strumenti laser, riprese video con l’ausilio di drone e fotografie in alta risoluzione. Il geometra Renato Poloni – direttore dei lavori – ha dovuto progettare sia la modalità di messa in sicurezza del cappello sia, in collaborazione con i tecnici di Elevo Kiloutou, il posizionamento plani altimetrico della piattaforma, prestando molta attenzione a tutti gli aspetti della sicurezza, quali, per citarne alcuni, accessibilità al luogo di lavoro, linee elettriche sospese, impedimenti geometrici adiacenti, portanza del terreno, impianti interrati.
Il primo ha visto lo studio, la realizzazione e la posa di una rete di sicurezza accoppiata con una rete antidetriti, entrambe del diametro di 15 metri e del peso superiore a 60 kg. Questa è stata stesa, tirata fino ai bordi del “cappello” e successivamente integrata con una fascia larga un metro, cucita con apposita corda, lungo tutto il perimetro. Indispensabile in questo caso la Genie ZX135/70, il cui utilizzo ha reso necessarie alcune valutazioni preliminari: peso, ingombro, diagramma di lavoro per raggiungere ogni punto della struttura, stabilità e sostenibilità del terreno. Per consentire alla macchina da 20 tonnellate, con due soli posizionamenti, di raggiungere tutti i punti del serbatoio, per lo stazionamento sono state realizzate due platee in calcestruzzo armato per una superficie totale di 128 metri quadrati. La macchina, dotata di un braccio che consente di scavalcare gli ostacoli e raggiungere i punti più difficili, torretta a rotazione continua a 360°, quattro ruote motrici e sterzanti, si è confermata la soluzione ideale per interventi di questa natura e complessità. Coordinati dalla Perico, cinque tecnici (uno in cesta e quattro sul “cappello”) hanno operato a 40 metri di altezza per due giorni. Tra loro, il personale A2A e altri professionisti del lavoro in fune (i cosiddetti rigger), che hanno garantito un altissimo livello di sicurezza.